Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Quarto.
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Venerdi’ 12 luglio 2013
Dispaccio numero sei ed ultimo.
“Come al solito sei più in gamba di quanto si possa immaginare.”
Il motto di oggi sono le parole di Gandalf nei confronti di Bilbo che con una genialata delle sue scongiura una guerra tra nani, elfi e uomini.
Ma prima di raccontarvi vi relaziono velocemente della serata di ieri sera.
Pioggia a catinelle. La serata l’abbiamo quindi vissuta all’interno e il silenzio è sceso solo alle 23.30.
Rieccoci alla storia.
Vi ricordate che Bilbo si era nascosto in tasca l’archengemma?
Ebbene lo propone a Bard come oggetto di contrattazione con Thorin e quindi ottenere un riconoscimento per i danni subiti.
Non vi dico la furia di Thorin quando si trova di fronte al già fatto di Bilbo e se la prende di brutto anche con Gandalf. Gandalf aveva elogiato Bilbo per la sua scelta. Grandi discussioni, tensione che cresce, ma “fortunatamente” arrivano orchi e lupi mannari, quindi nani, elfi e uomini devono solidarizzare per difendersi.
Thorin muore in battaglia, definita poi dei cinque eserciti,e viene sepolto con l’archengemma, al popolo di Bard viene assegnata una quattordicesima parte del tesoro, praticamente la parte spettante a Bilbo da contratto.
Nella battaglia a dar man forte è arrivato anche Beorn, che da solo e nella forma di orso gigantesco, aveva sistemato per le feste gli orchi.
Finalmente Bilbo può tornare a casa con una cassa d’oro e una d’argento, caricate sulla groppa di un pony. Lungo la strada fa sosta preso la casa dell’amico Beorn.
L’attività ci ha portati a vivere insieme delle prove dove è chiaramente emerso che l’unità fa la forza. Per essere uniti è sempre necessario dimenticare i torti del passato, condividere, solidarizzare, vivere con serenità.
Poi avviandoci ormai verso la fine del Campo, prima ci siamo proprio riconciliati con il sacramento della confessione e la Santa messa conclusiva.
Nella Santa messa finale del campo, dopo aver celebrato la riconciliazione, ci siamo scambiati un abbraccio. Beh, se la messa sarà durata 40 minuti, 15 sono serviti per gli abbracci.
La serata finale nello stesso tempo ci rallegrerà ma ci farà anche sentire un groppo alla gola. È sempre difficile lasciare gli amici dopo un’esperienza così forte ed emozionante. Paradossalmente coloro che hanno così sofferto la mancanza dei genitori dovranno soffrire la mancanza di così tanti amici.
Domani al Santuario dei Santi Vittore e Corona riceveremo la maglietta di Campo, l’anello per affrontare i momenti decisivi della nostra vita e, alla maniera dei cavalieri medievali, ci verrà imposta la lama di una spada sulle spalle. Poi scenderemo la valle che ci porterà alla Contea di Spinea.
Attenti però a voi che ci leggete: ” Non saremo più quelli di prima”
Il di – spacciatore di campo.