04. Luglio 2013 · Commenti disabilitati su Dispaccio n.4 da Pian di Coltura · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Terra al di qua del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Mercoledi’ 03 luglio 2013

Ieri sera ci siamo dati il saluto della Buona Notte attorno ad un fuoco scoppiettante, ed altrettanto scoppiettante e’ stato il risveglio a suon di jodel tirolesi.  La nostra radio e’ sempre attiva.
La storia ci condurrà ad un’ardua impresa: superare il pericolo dell’acqua che addormenta ( avvisati puntualmente da Beorn) e dei ragni giganti che imprigionano nelle loro tele. Nel raccontare questo passaggio della storia mediante una teatralizzazione  proposta dagli animatori , gli animatori stessi non hanno trovato di meglio che far impersonare Beorn dal don. Il nostro Beorn viene descritto come un omone, burbero ma buono e che spesso sembra trasformarsi in orso. Ma va’…..
La simbologia ci offre la possibilità di verificare quanto noi veniamo addormentati e imprigionati in schemi preconfezionati che, oltre a non dar valore alla nostra originalità, ci ingabbiano in modelli preconfezionati.
L’attività del mattino ci ha aiutati a riflettere su tutto quello che gli altri dicono di noi bambini ad iniziare dalla pubblicità.
Ma noi siamo davvero come ci descrivono?
O siamo qualcosa di più originale?
Appunto.
Per scoprire chi davvero siamo dobbiamo saper distinguere tra una fonte e un lago.
La fonte e’ sempre viva, attiva, in moto, riversante acqua nuova.
Un lago generalmente e’ piatto, tranquillo, calmo, conciliante il sonno. L’acqua della fonte viene imprigionata nel lago, si addormenta, se non trova il modo di superare lo sbarramento a valle e rimettersi in cammino verso il mare.
Allora davvero dobbiamo riandare alla nostra  “fonte” per capire chi siamo!
Una “fonte” che è dentro di noi.
L’altro pericolo e’ quello di cadere nella tela del ragno.
Avete mai osservato la fine che fanno gli insetti quando finiscono nella tela di un ragno. Vengono imprigionati e vi restano finché il ragno non decide di papparseli. Quando veniamo ingabbiati nelle tele di qualche sistema diventiamo facili prede. Ci fanno credere di diventare “papabili” ad ogni forma di successo ma alla fine siamo solo “pappabili “.
Per questo nel pomeriggio le attività ci hanno visto tutti solidali nell’evidenziare gli uni agli altri quei talenti che nemmeno noi sappiamo di avere, talenti veri però. Questo ci aiuterà a trovare fiducia in noi senza rincorrere illusioni.
Ma ora vi racconto della Santa Messa che viene celebrata ogni giorno. Vi partecipa un gruppo, a turno, al giorno.
Il don ha dovuto escogitare degli stratagemmi per interagire durante la Santa Messa con bambini di terza elementare che non hanno ancora fatto la prima comunione.  Li coinvolge spiegando loro passo per passo quello che si sta facendo e il nome di ogni cosa che si trova sull’altare. Tra patena, pisside, calice, corporale, ampolline, messale, lezionario, l’oggetto che di più e’ rimasto codificato in mente e’ stata la “palla”…. chissà perché?
È comunque almeno adesso sanno distinguere tra messa e preghiera del mattino e della sera.
L’affiatamento tra bambini e animatori sta crescendo di giorno in giorno.
Spesso si intravvedono animatrici e animatori con bambini che si arrampicano su di loro come la più arcigna delle edere.
Gli hobbits che sono giunti dalle terre dai bei orizzonti ormai si avventurano in discorsi e argomentazioni in italiano, se non addirittura in dialetto.
Lo staff di cucina esprime di giorno in giorno il meglio di se’ confezionando cibi in sintonia con la storia. Questa sera c’era una risotto rigorosamente fatto secondo una ricetta Tuc, con erbe magiche della contea degli hobbits.
A dir la verità si vede anche qualche lacrima di nostalgia ma assomigliano a quelle pioggerelle  d’agosto che evaporano appena toccano il suolo.
Altro non vi racconto dal Bosco Atro. Ah si, i “ragni” sono stati  definitivamente debellati… .
Ci risentiamo domani sera.

Boa noite.

Il di – spacciatore di campo.

03. Luglio 2013 · Commenti disabilitati su Dispaccio n. 3 da Pian di coltura · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Terra al di qua del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Martedì 02 luglio 2013

Questa mattina il cielo era terso, contrariamente a tutte le previsioni.
Ma ormai la decisione di non avventurarci in sentieri troppo lontani era stata presa. Ci siamo accontentati di raggiungere il Bosco Atro, accompagnati da Gandalf, presso l’abitazione di Beom un ormone dalle fattezze da orso, ma più buono delle apparenze.  E’ stato  davvero un primo passo che può cambiare la vita, perché camminando s’apre cammino, una legge che regola la nostra stessa esistenza. Lungo la strada abbiamo avuto la possibilità di incrociare tutti gli abitanti del bosco affaccendati nei loro compiti quotidiani e in modo particolare le api.  Abbiamo così preso confidenza con quel sentiero che dovrà inoltrarci ad avventure certamente più ardite ma che mai si dovrà smarrire.
La sveglia ci è stata offerta sempre da Radio Attiva.
Alla preghiera del mattino al centro della piattaforma c’erano i meravigliosi cinque pani impastati e infornati ieri sera. Abbiamo così contemplato l’opera delle nostre mani….
Ma lasciatemi raccontare alcuni episodi capitati in uscita.
Meritano la vostra attenzione.
Intanto la domanda  più ricorrente da parte dei “nani ” e degli  “hobbits “spine…tensi” era: ” Quando si mangia?”
Sembrava essere l’unico scopo dell’uscita.
Lungo la strada, prima di raggiungere l’abitazione di Beom, abbiamo potuto ristorarci raccogliendo e mangiando una infinita’ di fragoline gustosissime.
Gli hobbits che vengono dalle terre degli orizzonti belli le chiamano “morango.”
Lungo il sentiero , invece, che ad un certo punto sostituiva la strada abbiamo incrociato un recinto di strani animali. Ve li descrivo: quattro zampe, corna in testa,  mediamente piccoli, barbetta sotto il mento. Dopo un lungo consulto sono state dichiarate mucche per la disperazione del don che ci ha assolutamente vietato di dirlo in giro. Come si fa a scambiare una capra per una mucca! Più avanti un altro recinto con animali bianchi, ricoperti di lana, quattro zampe, orecchi penduli. Grazie a Dio tutti hanno riconosciuto in loro delle pecore. Ma, ahimè, appena hanno aperto bocca, belando, una bambina ha detto: “Senti come ruttano”.  Il don non sapeva se piangere o se ridere.
Certo e’ che appena abbiamo trovato un asinello nel cortile di una casa il don si è premurato di avvertire la padrona di portarlo in stalla perché non si sa mai: avendo orecchi grandi e pelo corto poteva essere scambiato per una lepre e se nei paraggi si aggirava un cacciatore… .
Siamo tornati in base verso le cinque del pomeriggio dopo essere stati raggiunti
per strada da una merenda speciale: trancio di pizza.
Doverosa doccia e cena.  E a cena il pane era il nostro pane. Non vi dico che buono, ma buono davvero.
La serata sarà animata dagli “hobbits” che si dividono tra il tifo per il Cruzeiro e l’Atletico Mineiro, Raposa e Galo, i quali ci presenteranno alcune canzoni e tradizioni delle loro terre dai bei orizzonti.
La preghiera chiuderà la serata attorno al falò.
Presto però, che gravemo tutti sonno. Questa sera per prender sonno non dovremo contare le pecore che “ruttano”.

Buona notte, boa noite.

Il di – spacciatore di campo.

02. Luglio 2013 · Commenti disabilitati su Dispaccio n. 2 da Pian di Coltura · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Terra al di qua del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Lunedi’ 01 luglio 2013
Dispaccio numero due.
La sveglia mattutina e’ stata offerta da “Radio Attiva” una emittente assemblata sul posto ad hoc da improvvisati tecnici. La sua denominazione ha visto gli animatori accelerare in fantasia . Pensate che una delle tante denominazioni papabili recitava : ” Radio Hobbit – Orio “.  In realtà il risveglio non si è rivelato affatto dolce, meglio definirlo radioattivo…. appunto.
La stessa radio raccoglie durante la giornata dediche che i bambini si rivolgono a vicenda e le trasmette intervallate da canzoni, ovviamente nei time out.
Seguirono le rituali operazioni di routine fino all’abbondante colazione per la quale la sera precedente ci era stata proposta la scelta tra brioches alla nutella, alla crema o alla marmellata . Probabilmente il panificio interpellato non aveva materiale sufficiente per sfamare così tanti  tra nani affamati, bambini  voraci e animatori dal grande appetito.
Pazienza.
La formazione dei gruppi  messa in opera con il primo gioco notturno nell’attività della mattinata ha trovato il suo compimento con la scelta del nome, del simbolo di riferimento e del grido di  “caccia” per ogni squadra.
A pranzo i sensibili rivelatori “drawn-hobbit” già rilevavano cedimenti strutturali innescati dal ritardato sonno a causa dell’emozione per la prima notte fuori casa e per di più senza genitori.
“Esto cansado… Eu preciso descansar-me…”, ripetevano gli hobbits giunti dalle terre dove si può ammirare un bello orizzonte.
Ma nel pomeriggio, nonostante tutto,  il viaggio inaspettato continuava con il ritrovamento di uno strano anello e di un personaggio viscido viscido di nome Gollum che instancabilmente si disperava per aver perso il “suo tesssoro”.
Cosa sarà mai questo tesoro?
E poi sarà proprio così decisivo?
I bambini hanno intuito in questo passaggio della storia messo in scena dagli animatori un invito rivolto direttamente a loro: ” Cercate anche voi il vostro tesoro!”
Infatti si sono cimentati in una caccia al tesoro dove alla fine hanno recuperato alcuni elementi all’apparenza banali: farina, acqua, lievito.
Con questi semplici elementi hanno impastato il pane, che dopo aver lasciato debitamente lievitare, e’ stato sapientemente cotto dalla staff di cucina.
Il famoso pane quotidiano che chiediamo al Signore ogni volta che diciamo il Padre Nostro.
Un pane che ci nutre e che possiamo condividere con gli altri.
Alla preghiera della sera non è sfuggirà , ed e’ già qualcosa, che il pane, l’acqua e il lievito sono elementi che spesso vengono nominati nel vangelo.
Anzi direi che è addirittura tanto per dei bambini che continuano a chiedere all’assistente perché si fanno tre messe al giorno.
Gli ci e’ voluto un po’ a capire che per loro anche la preghiera del mattino e della sera son tutte messe, come anche che si recitano le lodi del mattino e le lodi….. della sera.
È proprio vero che non si finisce mai di imparare nella vita.
Mentre i gruppi si adoperavano per impastare il pane, gli hobbits che vengono dalla terra dove si può contemplare un bello orizzonte hanno confezionato dei deliziosi “brigadeiro” per impreziosire la cena.
Ora sono le 21.30, abbiamo appena finito di cenare, i cuochi si son dovuti rifare la cena perché i nani hanno divorato tutto il commestibile.
Io non ho voglia di rimettermi a scrivere per raccontarsi della serata.
Relazionerò domani.

Tutto va bene, fa freddo quanto basta, non ha mai piovuto e speriamo così per tutta la settimana.

Il di – spacciatore di campo.

01. Luglio 2013 · Commenti disabilitati su Dispaccio n.1 da Pian di Coltura · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Terra al di qua del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Domenica 30 giugno 2013
Dispaccio numero uno.

Mentre il giorno volge al tramonto, i monti  si nascondono nelle tenebre, il cielo si copre con la coltre di nubi, dalla collina cresce un progressivo vociare di bambini.
Sono arrivati nella mattinata, accompagnati dai loro genitori,  e dopo aver varcato la tonda porta di una tipica casa hobbit, praticamente un buco nella terra,  sono stati accolti nella casa di Bilbo Beggins, presenti i nani e il famoso Gandalf.
Ai genitori  e’ stato chiesto di auto certificare le qualità dei loro figli in ordine alla possibilità di partecipare all’avventura,  poi raccolte dentro un forziere a mo’ di tesoro. Saranno come quei “talenti” di evangelica memoria da trafficare e far crescere durante l’avventura stessa del campo. Il forziere con tutto il suo contenuto e’ stato offerto al Signore durante al Santa Messa, alla fine della quale i bambini hanno ricevuto dai genitori, mediante il semplice gesto del l’impostazione delle mani sul capo, una benedizione.
Per meglio gestire lo “stacco affettivo” dai genitori, i fanciulli sono stati condotti a prendere visione dell’incipit della storia che farà da fil ruoge a tutto il campo: ” Lo Hobbit”. Ma forse lo avevate già intuito….
Usciti dal salone grande,  come per incanto, erano spariti i genitori. Probabilmente un intervento provvidenziale di Gandalf.
Ci aspettavamo pianti e lacrime. Macché!
Quasi per incanto i campi da gioco si sono riempiti di vocianti hobbits.
Mi è venuto anche il sospetto che qualcuno avesse anche i piedi come gli hobbits…. almeno da come calciavano (savattando) il malcapitato pallone.
Giusto per far venir l’appetito. È qui un miracolo: in sala da pranzo si riesce a  sentire cosa dice chi ti sta di fronte a tavola. Un’altra magia di Gandalf.
Il buio era già pesto quando con l’apertura della caccia agli animatori i fanciulli sono riusciti  a mettere in carniere la formazione dei gruppi che sarà struttura essenziale per vivere l’avventura.
Oggi in Contea e proprio qui nella Collina sono arrivati anche cinque animatori nuovi dalla parlata un po’ strana. Tutti hanno pensato agli elfi ma in realtà sono tre ragazze e due ragazzi brasiliani arrivati da oltre Oceano Atlantico e precisamente dalla Contea dove si può ammirare un bellissimo orizzonte.
Credo che in due giorni, se non lo faranno per virtù lo faranno per necessità, saranno costretti a imparare non solo l’italiano ma anche le rune hobbits con quasi cinquanta  piccoli “spine…tensi” ai fianchi.
Sono ospiti nella nostra parrocchia di Santa Bertilla perché è stato avviato uno scambio pastorale con la loro parrocchia brasiliana che si chiama della Santissima Trindade.
Ahimè la fine delle attività si è portata ad ora tarda e dopo la preghiera ce ne siamo andati tutti nei nostri buchi hobbits.
E parafrasando il Leopardi si potrebbe dire: ” … e il ronfar ci è dolce in questi letti…”.
Buona notte e boa noite!
Sono le 23.30 e tutto va bene.

Il di – spacciatore di campo.

Parrocchia di S.M. Bertilla - Spinea

Parrocchia di S.M. Bertilla – Spinea