Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Medio Terzo
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun
Domenica 04 agosto MMXIII
Dispaccio numero uno.
In quel Pian che volge a mezzogiorno di fronte ad una catena ininterrotta di monti ai piedi della quale scorre con la sua acqua la Piave…. si concentrarono in una calda e afosa prima domenica di agosto 63 ragazzi e ragazze, accompagnati dai loro genitori, per essere consegnati agli animatori.
Gli animatori a loro volta li avrebbero introdotti in una storia meravigliosa che si sarebbe snodata attraverso un “viaggio inaspettato”.
Ed eccoci nella Contea Hobbit, nella terra di mezzo, presso la casa di Bilbo Baggins in compagnia di tredici nani invitati da Gandalf.
C’è da aiutare i nani a riconquistare la loro città, una montagna solitaria, Erebor, invasa con la violenza dal cattivo drago Smaug.
Ci uniremo a Bilbo, Gandalf, Gloin, Balin, Bifur, Fili, Kili, Oin, Thorin Scudodiquercia, Dain, Bombur, Dwalin, Nori, Dori e Ori per riconquistare, attraverso mille prove e peripezie, il tesoro loro rubato e attualmente tra gli artigli di Smaug.
Alla fine, forse, ci accorgeremo di aver scritto la parabola della nostra vita di cristiani: persone che sono continuamente alla riscoperta e riconquista del loro tesoro, disponibili ad aiutare gli altri mettendo a disposizione i loro talenti, attivi nella costruzione della pace, sempre umili nel riconoscere i loro limiti.
Che dire? Che Dio c’è la mandi buona.
Chi sono questi ragazzi?
Hanno appena concluso la terza media e non sono ancora coscienti di cosa li aspetta alle superiori, hanno ricevuto la Confermazione ma avrebbero bisogno di ancora tante “cresime”, che qualcosa passa per la loro testa ognun lo sa ma di cosa si tratti nessun lo sa, con quale stile vogliano vivere il campo è una tipica incognita di genere “x” anche se possiamo aver fondati sospetti sui loro algoritmi nel risolvere i problemi quotidiani. Speriamo si riprogrammino velocemente sul testo e sulla musica di Gandalfstyle, nostro inno di campo composto dal famoso bardo spinetense Luchas Haystack.
Mi avventuro nella loro descrizione esteriore: sono alti, ben piantati, alcuni hanno piedi molto lunghi, vestono capi molto colorati con scritte per lo più in lingua anglosassone, parlano sempre tutti assieme, quando si assembrano in più di due o tre fanno un chiasso bestiale, non stanno mai fermi, mangiano quantita’ considerevoli di cibo, rincorrono sfere di cuoio rotonde gonfiate di aria per prenderle a calci o sberle, specie i maschi quando sudano emanano odore di umanità, le loro scarpe se lasciate per più di un minuto in una stanza chiusa hanno la proprietà di stecchire eventuali intrusi quali grilli, tafani, zanzare, cavallette, talvolta non accendono il cervello prima di parlare, manifestano una indole vanesia ma non la sanno supportare.
Attenzione però, non ho nessuna intenzione di descrivere quello che mostrano ma di indagare su quello che sono. Si cadrebbe nel pericolo di avvalorare il famoso detto latino di Virgilio: “Ab uno disce omnis (Da uno capisci come sono tutti). Noi crediamo invece che ognuno di loro sia originale e unico.
O troverò materia per questo raccontarvi o mi tacciero’.
Questa mattina ci ha raggiunti anche il sindaco della Contea di Spinea, nelle terre che lambiscono il mare, per collaborare con la task force denominata “poenta e ossetti”. Lo ringraziamo della sua presenza e della sua disponibilità.
Ora li lascio. Della serata vi racconterò domani.
A chi mi legge auguro di passare una tranquilla e fresca notte, se potete.
Il di – spacciatore di campo.