Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Medio Terzo
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun
Giovedi’ 08 agosto MMXIII
Dispaccio numero cinque.
Ieri sera gioco notturno e conclusione delle attività della giornata.
Ma alla mezzanotte in punto gli animatori ne escono con una trovata delle loro.
Divisi a gruppi di camere o tende, a turno, veglia della durata di un’ora attorno al fuoco per tutta la notte.
Nessuno protesterà per non aver vissuto in questo campo … la notte.
Quasi una movida.
Passata la sorpresa, al momento del nostro turno, attorno al fuoco, avvolti nelle coperte abbiamo scoperto subito la bellezza di questa proposta. Tra le altre cose siamo nel periodo in cui il cielo ha più stelle di tutto l’anno, fra poco e’ San Lorenzo e quindi si possono ammirare le stelle cadenti. I desideri espressi durante la notte non si contano.
Su uno schema preciso fatto di tre passaggi siamo stati invitati a rivivere l’esperienza di Nicodemo che va ad incontrare Gesù di notte. Si tratta del capitolo terzo di San Giovanni, un lungo dialogo sul Battesimo.
Con calma ci siamo letti una lettera di don Tonino Bello inviata ai ragazzi e quindi ci siamo avventurati a formulare una nostra riflessione o pensiero.
L’intro alla riflessione ci è stata data da una storiella che raccontava di un aquilotto che da piccolo era stato accolto in una nidiata di pulcini. Era cresciuto con la convinzione di essere una gallina perché nessuno gli aveva mai detto di essere un’aquila e rimase davvero gallina per tutta la vita.
Gesù invitando Nicodemo a rinascere lo aveva avvertito di non essere una “gallina” ma di avere un destino da “aquila”. Beh, con il battesimo il Signore ci ha avvisato che noi siamo chiamati a qualcosa di più grande di una semplice omologazione sullo status quo in atto.
Il sommo poeta Dante ebbe a dire nella celebre terzina :
“Considerate la vostra semenza (seme, potenzialita’, origine): fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”.
Chi ha orecchi da intendere intenda…. Dopo la riflessione infatti siamo tornati in tenda a riprendere il nostro sonno.
Oggi attività di deserto, cioè un tempo personale dove, creando il deserto attorno a noi, siamo rimasti da soli con noi stessi. In verita’ l’attivita’ di deserto durata dal mattino fino al pomeriggio inoltrato si e’ articolata in vari momenti inglobando e valorizzando il pranzo al sacco come luogo di scambio, evitando i soliti e spesso banali discorsi. Per meglio operare ci siamo spostati dal Rifugio e divisi per gruppi ci siamo cercati un posto dove sostare tranquilli.A partire sempre da una storiella, quella dei due semi, abbiamo meditato su cosa farne dei sette talenti che abbiamo ricevuto in dono dal Signore. Senza dimenticare quello ispiratoci da Bilbo: essere degli scassinatori di porte chiuse dall’egoismo. L’egoismo è molto pericoloso, riesce a rendere una persona talmente povera che gli restano solo i soldi.
Cosa raccontava la storiella?
Due semi cadono nella terra dalla mano di un seminatore.
Uno non vede l’ora di esprimere tutte le sue potenzialità esplodendo alla vita, quindi affonda le radici e sbuca dalla terra verso il cielo. L’altro per paura del freddo, di essere calpestato o brucato dagli animali resta li’ in attesa di cosa non si sa. La paura di vivere fa sempre brutti scherzi ! Alla fine viene mangiato da una gallina ruspante.
È il paradigma della nostra vita, se non la mettiamo in gioco finisce per essere divorata dal nulla.
Alla fine del deserto abbiamo messo assieme tutte le nostre riflessioni e a fare sintesi del tutto ci ha pensato papa Francesco. Non montatevi la testa… Non lo abbiamo inviato al campo, ci siamo accontentati don un suo messaggio in video estratto da un’udienza del mercoledì. Ovviamente tematizzato sui talenti che, riassumendo quanto diceva, sono doni fatti a noi affinché ci facciamo dono per gli altri.
Questa sera finalmente un po’ di mondanità dopo tanto riflettere e pregare:
Disco – hobbit ma con lo Style Gandalf.
E parafrasando Seneca mi permetto di latineggiare cosi’ : ” Semel in campo licet insanire!”
Il tenta di coprirsi di nubi ma non ci riesce.
Dalle pianure arrivano notizie di calure.
Noi … hic manebimus optime.
Speriamo così di voi.
Il di – spacciatore di Campo.