” Il grande leone” – Il dono di un amore fantastico.
Ieri sera, nonostante la bella giornata, il freddo si faceva sentire. La serata quindi è stata vissuta all’interno, nel salone. Un po’ strettini visto il nostro numero ma gli animatori non si spaventano certo per questo. E il divertimento non è mancato.
Verso le 23 abbiamo concluso con una preghiera e abbiamo raggiunto le nostre amate brande, chi in casa e chi ” ha orecchi per intendere…” in tenda. La notte è passata indolore ma all’alba già qualcuno era sveglio. Probabilmente l’emozione indotta in noi dalla prima notte fuori casa, insieme agli amici e in tenda per alcuni. Gli animatori hanno già individuato gli opportuni accorgimenti per evitare risvegli troppo repentini. La sveglia è stata comunque data dalla nostra radio di Campo, come da programma alle 8.00 in punto, radio dal nome curioso: ” Radio Attiva” comunemente detta “Radioattiva”.
Concluse le abluzioni di rito, dopo la colazione, ogni gruppo ha svolto i servizi assegnati. Poi prove tecniche di evacuazione in caso di eventi non in programma.
Praticamente è stato un gioco, ma di grande utilità.
Finite le prove la giornata vera e propria è iniziata con la preghiera in piattaforma.
Al centro della piattaforma c’era un vangelo aperto e il don ci ha raccontato la parabola del seminatore quella in cui Gesù ci spiega i livelli di ascolto che noi siamo soliti avere nella nostra vita, livelli di ascolto di Lui e degli altri.
Anche la nostra storia ci porta in questo senso. I “castori”, depositari della storia di Narnia, si fanno “profeti” nei confronti dei quattro fratelli annunciando il ritorno di Aslan e il loro destino a diventare dei re e delle regine. Narnia non può restare in balia della Regina Bianca che con le sue magie agghiaccianti rende il regno un eterno inverno di morte.
Subito dopo sono partiti tutta una serie di giochi che altro non servivano che a spiegarci nei dettagli la parabola del seminatore che a sua volta è una catechesi sull’ascolto della Parola di Dio che celebriamo nella liturgia della Parola durante la Santa Messa.
Un modo di fare ” catechismo” giocando. Anche ieri abbiamo preparato la santa Messa giocando con i nostri genitori. Che cose strane succedono qui… impensabili!
Alla fine abbiamo scoperto che quando qualcuno ci parla noi i discorsi li percepiamo in tre modi o passaggi successivi:
– Entrano dall’orecchio ed escono dalle bocca senza passare per il cervello: sono le tipiche chiacchiere da “comari”. Si parte parlando di un insetto e con il passa parola diventa un elefante.
– Entrano dall’orecchio, passano attraverso il cervello, li elaboriamo, ed escono trasformati dalla nostra interpretazione.
– Entrano dall’orecchio, passano attraverso il cervello, scendono nel cuore. E qui vengono accolte, ancor prima delle parole,le persone.
La giornata a livello meteo promette bene ma ci arrivano informazioni di pioggia in arrivo. Dal meteo? Macché. Basta osservare l’agitarsi frenetico degli insetti che qui non mancano e si capisce subito. Basterebbe anche guardare solo il cielo: nubi a pecorelle pioggia a catinelle! Infatti alle 17.00 in punto: il cielo piange e noi a farci la doccia.
Ora Non ci resta che pregare. Alle 18.30 tutti a messa
Nella celebrazione della Santa Messa gli animatori ci hanno portato la loro esperienza sulle occasioni in cui hanno riscritto con la loro vita la Parola del Signore accolta nel cuore. Bello e commovente. Alla comunione i ragazzi si sono messi in fila un gruppo alla volta. Davanti l’animatore dietro i ragazzi con gli occhi chiusi e le mani sulle spalle dell’animatore e via via. Gli occhi venivano aperti solo al momento di ricevere il pane spezzato nelle mani. Abbiamo così rivissuto l’esperienza dei due discepoli di Emmaus che hanno riconosciuto Gesù nello spezzare il pane.
Quindi cena.
Il cielo è scuro e minaccioso. Rumoreggia ma non piove. Domani prevedono pioggia tutto il giorno… Vabbe’ pazienza!
Abbiamo percepito dei rumore che ci dicono che a Spinea “piove in orizzontale…” (Sic!).
Sono le 20.30,tutto va bene.
A voi…. Auguri!
Il dispacciatore di campo.