Eccoci qui Don Marcello, è arrivato il momento dei saluti. Da mesi se ne sentiva parlare e tra alcuni di noi ci domandavamo: “ma sarà vero?”, “sarà davvero trasferito?”. Poi una domenica mattina di settembre, al termine della messa delle 8:30, tra le varie comunicazioni, tu hai precisato che il Vescovo non ti aveva fino ad allora chiesto la disponibilità a cambiare parrocchia e noi ci siamo rasserenati e tranquillizzati: avremmo avuto ancora almeno un anno per camminare assieme. Ma lo Spirito era all’opera e mai come in questa circostanza sono vere le parole di Isaia 55: “[…] i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie […]” e oggi siamo qui, cercando di accettare la volontà del Padre. Sicuramente c’è un disegno, un progetto dietro questo trasferimento al quale non pensavamo più e fra qualche tempo – chissà quanto – lo capiremo. E allora, con tempi ristretti, si è messo in moto un Consiglio Parrocchiale Pastorale senza “Miele” – amaro, come qualcuno ha scritto – per organizzare il saluto della comunità di Santa Maria Bertilla al suo Parroco.
Quello che oggi leggo è un testo scritto a più mani; una caleidoscopica raccolta di pensieri, riflessioni, ricordi, saluti alla quale tante associazioni e gruppi hanno voluto contribuire.
Per chi frequenta la Parrocchia da prima del 2011 basta passare in Oratorio per osservare cosa è cambiato con te. L’Oratorio prima era il posto dove si faceva catechismo e il GrEst; ora è diventato luogo dove oltre a svolgere queste attività, le mamme e i papà possono portare le loro bambine e i loro bambini a giocare, dove c’è un bar nel quale andare, prevalentemente dopo la messa, per bere un caffè o uno spritz, ma soprattutto per parlare, confrontarsi e ritrovarsi; crocevia di attività ed iniziative anche di associazioni del territorio non strettamente parrocchiali. E questo perché il NOI ha recepito a pieno l’insegnamento che hai cercato di trasmettere: la comunità è una Famiglia di famiglie e l’Oratorio deve averle al suo centro, ascoltandole e cercando di rispondere ad esse in modo accogliente rispetto ai bisogni manifestati. Per attivare questo ascolto e le risposte hai fatto in modo che noi laici diventassimo protagonisti di questo ambiente, invitandoci e stimolandoci alla collaborazione per il bene della comunità. Come naturale sviluppo di questo processo l’Oratorio è stato anche luogo di sperimentazione, che ha accolto la realizzazione del progetto delle nuove vie di Iniziazione Cristiana, nella quale hai voluto coinvolgere le associazioni Ac e Scout in un percorso comunitario. Ma la tua attenzione al tema dell’accoglienza non si è rivolta solo alle famiglie, si è allargata anche agli stranieri in collaborazione con la Caritas diocesana ospitati a Crea e ci ha insegnato a non escludere nessuno, al punto da considerare – giustamente – un bene avere perfino più volontari che partecipanti alle iniziative, e a dare fiducia alle persone, alle quali possono essere affidati compiti senza mai perdere d’occhio il generare comunità.
Basta entrare in Chiesa dove il coro è sceso dal presbiterio e ha trovato il suo posto da dove animare la messa e con lo schermo invitare l’assemblea a partecipare alla messa anche con i canti; dove il fonte Battesimale è sceso e attorno ad esso genitori, madrine e padrini ora si radunano con maggiore sicurezza e, con più ampia condivisione con l’assemblea, vivono il rito del Battesimo, mentre sulla parete vicino ad esso compaiono fiocchi rosa e azzurri a ricordare l’ingresso delle nuove piccole sorelle e dei nuovi piccoli fratelli nella nostra comunità; dove il presbiterio si è alzato e si è attrezzato per accogliere le ancelle e i chierichetti che in certe messe sono talmente tanti che bisogna quasi aggiungere posti a sedere: “lasciate che i bambini vengano a me […]”.
Desideriamo ringraziarti Don Marcello perché ci hai insegnato che partecipare alla messa senza accostarsi all’Eucarestia è come andare a pranzo da un amico e non mangiare; che la comunità cristiana non celebra funerali, ma esequie di saluto e accompagna i fratelli e le sorelle all’incontro con il Signore; che i primi educatori alla fede sono i genitori e non i catechisti o gli animatori o il prete o le cooperatrici pastorali. Grazie per le tue omelie con le quali ogni domenica sei riuscito a farci capire in modo chiaro il significato della Parola affinché poi ciascuno potesse provare a trasformala in azioni nella propria vita; per la Campana che tutte le domeniche ci riportava spiegazioni e spunti di riflessioni sul brano del Vangelo domenicale e tante informazioni utili sulla vita parrocchiale. Grazie per la tua passione per la tecnologia che durante il periodo di pandemia ha permesso di aprire le porte della messa attraverso YouTube e Facebook , mentre quella della chiesa dovevano rimanere chiuse e per l’attenzione che hai sempre dimostrato anche al rispetto delle regole sulla sicurezza e alla gestione dei conti economici.
E cosa dire poi per Pian di Cultura, dove la tua presenza è sempre stata costante.
Ogni anno ai Campi Scuola, la tua era una presenza certo come prete, ma sapevi diventare amico degli animatori, dei capi campo, dei gestori, ma soprattutto dei nostri ragazzi, ai quali riservavi sempre qualche sorpresa: ti ricordiamo circondato dai bambini che facevano a gara per avere una vignetta di Snoopy disegnata da te sulle loro cartoline, o quell’anno che rintanato in magazzino preparavi le matite colorate con i rametti degli alberi….
E chi non ricorda i tuoi “dispacci…” il diario di quello che accadeva al campo giorno per giorno, che permetteva di vivere il campo anche a chi stava a casa, portando sempre qualche insegnamento.
Poi ogni tanto, inaspettatamente, arrivava una foto da PDC: eri tu, che da lupo solitario, “fuori stagione”, andavi a fare un giro per i boschi, ad ossigenarti, e nel frattempo sovrintendevi alle manutenzioni e alla buona tenuta della casa.
Grazie Don, i campi a Pian di Coltura sono sempre stati nella storia della parrocchia un “cavallo di battaglia”, e con te hanno acquisito un valore ancora più profondo, inseriti nel cammino di iniziazione cristiana per i ragazzi e in un percorso di riflessione e consapevolezza sull’esperienza di comunità per gli adulti.
Grazie Don, per i tuoi modi sempre discreti, i tuoi silenzi, sono ora più che mai un esempio prezioso, una lezione di vita per noi, a volte forse troppo presi dalle chiacchiere e dai rumori del mondo.
Grazie perché sei stato una guida importante, che ha sempre dato fiducia, e, a modo tuo, ti sei preso cura di tutti noi.
Per non dimenticare Casa Nazaret, dove quando pensano a don Marcello viene loro in mente:
Il FARE che va oltre le tante parole, che è carità nella concretezza; la CONOSCENZA, profonda, della Parola di Dio, che diventa semplicità per entrare nel cuore di tutti; l’IRONIA, che regala sorrisi e dà leggerezza al giogo da portare.
Da parte loro, volontari e bambini ti dicono GRAZIE don Marcello perché la casa dove sono è espressione del tuo FARE, che ha dato voce alla CONOSCENZA, regalando loro tanti SORRISI, quelli di cui tu sei maestro!!!
GRAZIE Don Marcello per ognuno di quegli abbracci delicati ma forti regalati ai bambini, espressione del tuo ESSERE padre per loro!
E ancora il gruppo Liturgico, che quando sei arrivato era scomposto e frammentato e ora ha trovato una sua unità e una sua fisionomia grazie alla tua capacità di responsabilizzare i laici anche nella partecipazione e animazione delle celebrazioni.
Chissà cosa il Signore ha in mente per te….il viaggio continua, la valigia è pronta! Sappiamo che questo non è un addio ma semplicemente un arrivederci, magari a PDC in collaborazione con la tua nuova parrocchia, sicuramente per l’inaugurazione della nuova area di preghiera.
E in conclusione Ti salutiamo con la gratitudine nel cuore e la gioia di aver percorso con te un tratto di strada lungo 10 anni, anni in cui hai camminato insieme e affianco alla nostra comunità, mai al di sopra, stimolandoci a sentirci responsabili insieme con te della vita di questa comunità, in uno stile di dialogo e condivisione.