Oggi e il giorno di Susan e Lucy che vanno in groppa ad Aslan a risvegliare coloro che erano diventati statue di ghiaccio nel castello della regina che, credendo morto Aslan, era in campo a preparare la battaglia. I prigionieri della regina erano agghiacciati dal male : freddi, cuore fermo, incapaci di amare. Praticamente morti. Aslan, Susan e Lucy soffiano sugli agghiacciati e loro si risvegliano.
Motto del giorno: “Aslan si era avvicinato al leone di pietra e gli soffiava addosso”.
Ma torniamo a ieri sera. Sono venuti a parlarci di un certo Lazzaro un suo amico di Betania, un abitante di Betania che fa il fornaio e le sue due sorelle Marta e Maria.
A pensarci bene la storia che abbiamo sentito assomiglia molto a quelle delle statue di ghiaccio e Lazzaro avrebbe molto da raccontarci.
Infatti è arrivato questa mattina a narrarci la sua esperienza e di come ha percepito da dentro la grotta dove lo avevano “sepolto” gli imperativi gridati da Gesù: “Togliete la pietra! – ” Vieni fuori!” – “Liberatolo!” Lo abbiamo invitato dentro al salone (pioveva….) ma non voleva entrare. Diceva che lui “dentro” ci era stato abbastanza. Alla fine ha accettato e ci ha detto che stare nella grotta sepolti da una pietra è molto noioso. mai niente da fare, mai nessuno da incontrare, sempre buio.
Quando ha sentito la voce di Gesù che gridava di togliere la pietra ha incominciato a battergli forte il cuore, come se avesse ripreso il ritmo quello giusto e poi la bellissima sensazione di rivedere la luce e abbracciare gli amici e le sorelle. La pietra è davvero rotolata via. Alcuni esperti musicofili dicono che sia nata lì l’ida del rock and roll. Il cuore di Lazzaro andava proprio a questo ritmo. Che brutto l’egoismo e la chiusura in se stessi.
Ed ecco pronta la traccia per il nostro “deserto”, un tempo che ci è stato riservato per stare per conto nostro e scrivere una preghiera a partire da tre parole: pietra, cuore, libertà. Preghiere che aggiungeremo questa sera al Padre nostro durante la Santa Messa.
Ma prima abbiamo sfidato il meteo. Il cielo era plumbeo e minaccioso ma non ci siamo lasciati intimorire. Ben attrezzati ed equipaggiati siamo partiti per l’uscita sprezzanti di ogni pericolo e mostrando i denti da leone per far capire tutta la nostra grinta. Almeno quelli che ci erano rimasti: in questi giorni ben quattro ragazzi hanno perso i denti da latte. Le formiche di Lentiai hanno dichiarato bancarotta.
Durante l’uscita, giusto a pranzo, si è messo a piovere. E allora! Edotti dall’animatore di provenienza AGESCI in ordine al fatto che non esiste brutto tempo ma solo cattivo equipaggiamento ci siamo costruiti un riparo. Tornati acasa abbiamo trovato un ospite e il sole. Vi chiedete chi è l’ospite? Una pecora.
Da dove arrivi è un mistero. Mo’ vediamo. Anche questa sera Messa Cantata. Nessuno si annoia, il tempo passa in un baleno e soprattutto Gesù viene in mezzo a noi. E noi lo abbracciamo anche perché abbiamo scoperto che è sufficiente abbracciare chi ci sta accanto. E’ lui che vuole così. Lo ha fatto capire chiaramente quando i due di Emmaus lo hanno riconosciuto allo spezzare il pane. E’ sparito ai loro occhi perché tornassero subito a Gerusalemme ad incontrarlo nei fratelli.
Fra poco si va a cena e poi gioco notturno. Della pecora abbiamo chiesto lumi in giro ma non si sa di chi sia. Che sia una pecorella smarrita? Domani in qualche modo lo scopriremo.
Qui non piove e non pioverà. Ne siamo sicuri.
A voi Spinea.