Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Terra al di qua del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Martedì 02 luglio 2013
Questa mattina il cielo era terso, contrariamente a tutte le previsioni.
Ma ormai la decisione di non avventurarci in sentieri troppo lontani era stata presa. Ci siamo accontentati di raggiungere il Bosco Atro, accompagnati da Gandalf, presso l’abitazione di Beom un ormone dalle fattezze da orso, ma più buono delle apparenze. E’ stato davvero un primo passo che può cambiare la vita, perché camminando s’apre cammino, una legge che regola la nostra stessa esistenza. Lungo la strada abbiamo avuto la possibilità di incrociare tutti gli abitanti del bosco affaccendati nei loro compiti quotidiani e in modo particolare le api. Abbiamo così preso confidenza con quel sentiero che dovrà inoltrarci ad avventure certamente più ardite ma che mai si dovrà smarrire.
La sveglia ci è stata offerta sempre da Radio Attiva.
Alla preghiera del mattino al centro della piattaforma c’erano i meravigliosi cinque pani impastati e infornati ieri sera. Abbiamo così contemplato l’opera delle nostre mani….
Ma lasciatemi raccontare alcuni episodi capitati in uscita.
Meritano la vostra attenzione.
Intanto la domanda più ricorrente da parte dei “nani ” e degli “hobbits “spine…tensi” era: ” Quando si mangia?”
Sembrava essere l’unico scopo dell’uscita.
Lungo la strada, prima di raggiungere l’abitazione di Beom, abbiamo potuto ristorarci raccogliendo e mangiando una infinita’ di fragoline gustosissime.
Gli hobbits che vengono dalle terre degli orizzonti belli le chiamano “morango.”
Lungo il sentiero , invece, che ad un certo punto sostituiva la strada abbiamo incrociato un recinto di strani animali. Ve li descrivo: quattro zampe, corna in testa, mediamente piccoli, barbetta sotto il mento. Dopo un lungo consulto sono state dichiarate mucche per la disperazione del don che ci ha assolutamente vietato di dirlo in giro. Come si fa a scambiare una capra per una mucca! Più avanti un altro recinto con animali bianchi, ricoperti di lana, quattro zampe, orecchi penduli. Grazie a Dio tutti hanno riconosciuto in loro delle pecore. Ma, ahimè, appena hanno aperto bocca, belando, una bambina ha detto: “Senti come ruttano”. Il don non sapeva se piangere o se ridere.
Certo e’ che appena abbiamo trovato un asinello nel cortile di una casa il don si è premurato di avvertire la padrona di portarlo in stalla perché non si sa mai: avendo orecchi grandi e pelo corto poteva essere scambiato per una lepre e se nei paraggi si aggirava un cacciatore… .
Siamo tornati in base verso le cinque del pomeriggio dopo essere stati raggiunti
per strada da una merenda speciale: trancio di pizza.
Doverosa doccia e cena. E a cena il pane era il nostro pane. Non vi dico che buono, ma buono davvero.
La serata sarà animata dagli “hobbits” che si dividono tra il tifo per il Cruzeiro e l’Atletico Mineiro, Raposa e Galo, i quali ci presenteranno alcune canzoni e tradizioni delle loro terre dai bei orizzonti.
La preghiera chiuderà la serata attorno al falò.
Presto però, che gravemo tutti sonno. Questa sera per prender sonno non dovremo contare le pecore che “ruttano”.
Buona notte, boa noite.
Il di – spacciatore di campo.