Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Quarto.
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Giovedi’ 11 luglio 2013
Dispaccio numero cinque.
“Che altro dovrebbe fare uno scassinatore secondo voi?”
Vengo subito alla storia.
Prima pero’ vi racconto due episodi della serata di ieri.
Il primo riguarda il gioco notturno a ” Bandiera”. Fatto di notte, con le pile colorate da un rivestimento di carta crespa di diverso colore secondo i gruppi, dava una visione dagli effetti speciali sul campo di calcio.
Il secondo. Gli animatori stavano facendo il briefing serale quando si accorgono di un bambino alla porta del rifugio con tanto di valigia. Non era in arrivo, aveva deciso di partire, causa incompatibilità con i suoi compagni di camera. Solo la diplomazia di Valter è riuscita a ricomporre il dissidio e portare alla riconciliazione.
Ora la storia. Puntualmente drammatizzata dagli animatori.
Bilbo da buon scassinatore entra nella montagna e ruba una coppa d’oro dal tesoro in cui veglia guardingo Smaug, il drago. Ma tanto lui era invisibile.
La coppa gli serve per convincere gli altri di essere arrivato fino al tesoro.
Poi ritorna dentro per scoprire se il drago ha un punto debole dove eventualmente colpirlo. Grazie all’anello si rende invisibile ma Smaug lo annusa, ne sente l’odore. Bilbo e Smaug si scambiano delle opinioni. Non lusinghiere quelle di Smaug nei confronti dei nani. Ciò che comunque è importante risulta nel fatto che Bilbo si accorge del punto debole del Drago, la parte sinistra del petto, così come aveva un punto debole anche Achille (il tallone) e come hanno un punto debole tutte le cose potenti.
Uscito di nuovo Bilbo si rende conto di aver detto troppo e che forse Smaug ha intuito la tresca tra lui, i nani e gli abitanti di Pontelagolungo.
Thorin esprime il suo desiderio di prelevare anche l’archengemma, una pietra preziosa dalle mille sfaccettature. Intanto Smaug cerca di uscire dal suo covo attraverso il tunnel percorso da Bilbo ma la porta viene chiusa in tempo. Allora si leva in volo verso Fiume Fluente. Bilbo assieme agli altri entrano nel covo lasciato incustodito da SMaug e di nascosto si mette in tasca l’archengemma.
Ma dove è andato Smaug? Sta investendo come una furia Pontelagolungo. La difesa è strenua da parte di Bard e dei suoi ma inutile, finché Bard vedendo il punto debole di Smaug scoperto da Bilbo lo colpisce, da buon arciere, con un dardo e lo uccide.
Ma monta la rabbia contro i nani a causa della distruzione portata da Smaug. Bard e gli elfi marciano contro i nani per farsi risarcire dei danni subiti.
Bilbo e i nani vengono avvisati da un tordo imperiale della morte di Smaug ma anche della situazione e Thorin cerca aiuto dai nani delle terre settentrionali… ma a Bilbo la situazione che va creandosi non piace affatto.
Rimette in moto i suoi talenti per l’ultimo sforzo.
Che dobbiamo fare noi dei talenti che ci sono stati riconosciuti?
Il vangelo letto alla preghiera del mattino parlava chiaro. Bisogna trafficarli, cioè metterli a a servizio di tutti.
Sono state in questo senso le attività, gli esercizi e i giochi che ci hanno accompagnato durante la giornata.
Alla fine abbiamo scoperto che mettere a servizio degli altri i nostri talenti porta ad una gioia immensa. E cosa si può volere di più…..?
D’altra parte è proprio vero quello che ci dice la storiella sulla quale abbiamo riflettuto durante una pausa. Racconta di due semi piantati nel terreno assieme. Uno non desiderava altro che esprimere tutte le sue potenzialità e diventare una pianta, ad ogni costo. L’altro non si fidava né di mettere radici né di spuntare dal terreno per paura di essere calpestato. Alla fine passo’ una gallina ruspante e se lo mangio’. Sen non ci decidiamo di vivere, pur correndo dei rischi, la vita ci sfugge comunque. Sarebbe come stringere sempre più forte nella mano un pugno di sabbia, più stringi e più ti sfugge tra le dita.
Con i talenti abbiamo raffigurato anche un albero classificando le sue radici, il tronco, i rami, le foglie, i frutti con il nome dei talenti. Faccio un esempio: la bontà è una radice profonda attraverso la quale si raggiunge l’acqua della vita, la si fa salire attraverso il fusto del servizio per distribuirla ai rami delle azioni buone che portano frutti come l’amicizia, la solidarietà, ecc.
Dopo un breve deserto dove il don ci ha raccomandato di sistemare con ordine nella nostra memoria tutto ciò che di bello abbiamo scoperto per potervi attingere quando il nostro cuore si mette in moto per amore, abbiamo concluso che tutto questo assomigliava all’immagine che Gesù usa per parlare della sua amicizia con noi: “Io sono la vite e voi siete i tralci, chi rimane in me porterà molto frutto”.
Oggi ci ha salutato l’animatrice Federica che dovrà essere qui anche al prossimo campo. Due bambine stanno ancora piangendo. Io non capisco più niente: prima piangono perché gli manca la mamma ( sempre di più la mamma che il papà) e poi piangono perché le mancano le animatrici.
Boh… Forse che il cuore ha delle ragioni che nemmeno la ragione sa spiegare, come diceva il buon Blaise Pascal?
Della serata vi racconto domani.
Buona notte.
Il di – spacciatore di Contea.