Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Medio Terzo
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun
Mercoledi’ 07 agosto MMXIII
Dispaccio numero tre e quattro.
Di ieri vi ho telegraficamente di- spacciato da quel di Roma. Ma qui a Pian di Coltura le attività sono ovviamente continuate. Anzi Martedì sono iniziate molto presto, all’alba. Infatti di buon mattino, quando ancora il giorno era immerso nella notte, ci siamo portati verso le alture per attendere l’alba e il sorgere del sole. Uno spettacolo che riesce a parlare e a raccontare tante cose della tua stessa vita. I poeti ben lo sapevano e il nostro sommo poeta, Dante, così parlo’ di San Francesco usando la simbologia del sole:
“Intra Tupino e l’acqua che discende
del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d’alto monte pende,
onde Perugia sente freddo e caldo
da Porta Sole; e di rietro le piange
per grave giogo Nocera con Gualdo.
Di questa costa, là dov’ ella frange
più sua rattezza, nacque al mondo un sole,
come fa questo talvolta di Gange.
Però chi d’esso loco fa parole,
non dica Ascesi, ché direbbe corto,
ma Orïente, se proprio dir vuole.”
Cantico XI del Paradiso.
Lo spettacolo del sole che nasce è uno dei più belli a cui si possa assistere ed è pure gratis. Tornati dallo spettacolo siamo andati diretti al Teatro Bianchini…, si, sotto i cuscini…. a recuperare il sonno.
Oggi, Mercoledì, la preghiera del mattino ci ha introdotti al tema. Si trattava della prima parte della Parabola dei talenti. Ed e’ stata ricerca dei nostri talenti. A fare attività di questo tipo non è facile perché i ragazzi sono condizionati da format come X – Factor o Talent Got. Rischiano di confondere i veri talenti con quelle che che possono essere delle capacità o semplici abilità. Per carità utili e belle anche queste, ma “talento” per definizione e’ una ricchezza che ci viene data affinché la usiamo a favore degli altri e non per noi stessi. Invece i format di cui si parlava prima evidenziano capacità che poi possono essere sfruttate come opportunità per se stessi. Difficile far capire la differenza. Siamo tutti condizionati da questi schemi, purtroppo.
Le attività della giornata, proposte dagli infaticabili animatori, ci hanno condotto a scoprire che i talenti consegnatici sono “sette”.
Si’, proprio sette come sono sette doni dello Spirito Santo. Anzi, sono i sette doni dello Spirito Santo. E i ragazzi del campo, freschi di Confermazione, non possono non sapere quali sono. Per me che scrivo e per voi che ci leggete, quindi noi che probabilmente abbiamo dimenticato anche il profumo del l’olio della cresima ci sia di aiuto questo piccolo compendio.
Eccoli: Sapienza ( il dono di dare significato alle cose che viviamo), Intelletto ( il dono di saper leggere dentro agli avvenimenti della vita per carpirne il significato ultimo), Consiglio (e’ la capacità di progettare la nostra vita sulla parola del Signore per non diventare stolti come quel l’uomo che aveva costruito la sua casa sulla sabbia), Fortezza (la capacità di affrontare le situazioni della vita con coraggio), Scienza ( prendere coscienza di chi siamo e del mondo in cui viviamo), Pieta’ ( e’ il dono di poter vivere una vita bella se riscriaviamo il vangelo con la nostra esistenza), Timor di Dio ( timore non è paura ma un modo cosciente e serio di approcciarsi alle persone e quindi anche al Signor, con rispetto).
Sono esattamente i talenti da trafficare e dei quali ci verrà chiesto conto.
Nella nostra storia Hobbit il talento di Bilbo sembrerebbe quello dello scassinatore. Un po’ banale in verità, detta così. Ma, pensate bene, se uno e’ capace di aprire porte ( non importa come) potra’ sempre donare libertà, occasioni di nuovi incontri, possibilità di costruire la pace.
Mo’ vedi sta’ storia dello Hobbit quante cose riesce a farci intuire.
Il battezzato può essere definito come colui che nel mondo, per vocazione, apre porte. Alla domanda ” Cosa si diventa con il battesimo?” Si potrebbe aggiungere a tutte le altre definizioni anche questa: “scassinatori di porte chiuse.” Dai, non male!
Mi sento ispirato oggi nello scrivere. Ma , state tranquilli non si tratta di esaltazione, sono ben cosciente che come dicevano gli antichi dei poetastri come il sottoscritto: ” a rima xe bona, ma el poeta resta mona.”
L’attività del pomeriggio ha messo a confronto le diverse modalita’ di vivere i talenti dalle ragazze e dai ragazzi. Un confronto costruito sulla falsariga di un dibattito in tribunale per raggiungere un buon verdetto. Ecco la sentenza: ” Le diversità diventano opportunità se vissute come complementari.”
Non male direi.
È anche per questa sera vi saluto. Della serata e della nottata vi racconterò domani. A Dio piacendo.
Hic manebimus optime.
Il di – spacciatore di campo.