02. Agosto 2013 · Commenti disabilitati su Campo Medio Secondo – dispaccio 6 · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Medio Secondo
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Venerdi’ 02 MMXIII
Dispaccio numero sesto e ultimo.

Ieri sera ci siamo giocati la sfida finale con Smaug riveduta e corretta per meglio architettare il “gioco stesso”. La scenografia creata dagli animatori avrebbe fatto sentire un dilettante anche Dario Argento per l’horror e Alfred Hitchcock per la suspense. Il buio pesto, l’ora tarda,  i travestimenti degli animatori, la musica di sottofondo diffusa nell’intera area di gioco, i lumini accessi, i sotterranei della casa trasformati in mausoleo hanno condito il tutto.
Marco, che si è ormai imposto come termometro del gradimento delle attività ( quello che la sera della disco hobbit ha preso sonno), piangeva dalla paura: gradimento bassino ma effetto pieno!
In realtà se non sapevi a priori che si trattava di un gioco ad aver paura ci stava tutto. Gli animatori si erano talmente ben travestiti e mascherati che ad aggirarsi qui a Pian di Coltura potevi  veramente credere di  aver incrociato un orco o un Troll, oppure di aver inciampato in un nano o in un hobbit. L’infermeria allertata prima del gioco si era preparata alla battaglia e attrezzata all’uopo contro mal di pancia diplomatici o di vera paura ( qualcuno dichiarava apertamente di farsela sotto…), distorsioni improvvise del piede destro con percezione del male in quello sinistro, panico, stress da sonno.
Il gioco si è concluso con l’annientamento di Smaug da parte di Thror, risuscitato, re di Erebor e padre di Thorin. Avrete già notato la libera interpretazione ad usum del gioco che farà rabbrividire la nostra esperta Laura. In realtà a uccidere Smaug è un dardo scagliato dal grande arciere Bard
che lo colpisce nell’unico punto letale scoperto da Bilbo, il so tallone d’Achille. La città di Bard era stata distrutta da Smaug come rappresaglia per aver ospitato i nani.
L’attività del mattino ci ha visti impegnati in alcuni esercizi che poi ci hanno fatto riflettere sul servizio dell’essere guida per glia altri o per una comunità.
Il don alla fine ci ha fatto notare come il personaggio Gandalf riassuma tutte le caratteristiche di una vera guida:
– si prende cura delle situazioni della comunità dei nani,
– li sprona a riconquistare la loro città, luogo di identità e di valori (tesoro),
– li accompagna nell’avventura ma senza preservare i nani dalle difficoltà che dovranno superare,
– procura loro degli esperti a sostegno ( Bilbo, Beor, Bard,…),
– interviene solo quando serve,
– lascia comunque liberi i nani di decidere del loro futuro pur desiderando profondamente la pace per tutti e la realizzazione dei loro desideri.
Lo possiamo considerare la “parabola” o il “paradigma” di ogni guida.
Nel pomeriggio abbiamo celebrato l’eucarestia conclusiva del campo facendola precedere dal sacramento della confessione vissuta nella sua interezza:
– confessione di lode,
– confessione di vita basata sul brano evangelico dell’incontro di Gesù con Zaccheo. Il don ci ha avvertito che quando entriamo davvero in amicizia con il Signore poi non siamo più quelli di prima,
– confessione di fede.
La confessione di lode è diventata poi il canto iniziale della Santa Mesa, l’unico.
La confessione di vita l’abbiamo conclusa con l’abbraccio di riconciliazione sempre durante la Santa Messa seguito dal rinnovo delle promesse battesimali e da un bans, così come all’offertorio. Non avendo chi suonasse la chitarra o chi intonasse i canti ci siamo arrangiati così.
Insomma, abbiamo finito in gloria.
Domani saremo di ritorno . State attenti, però, non saremo più quelli di prima ( a dir la verità neanche di seconda). Se volete sapere perché andate a leggervi il finale del libro Lo Hobbit.

Arrivederci a Spinea.

Il di – spacciatore di Campo, per servirvi.

02. Agosto 2013 · Commenti disabilitati su Campo Medio Secondo – dispaccio 5 · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Medio Secondo
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Giovedi’ 01 MMXIII
Dispaccio numero quinto.

Che dire!
Ieri sera disco hobbit in piena regola. In modo particolare per i fans del genere i quali si erano addobbati in piena regola in preda da una “febbre da sabato sera.” Per i non fans, quelli allergici alla “grease” , diciamo che si sono esercitati in sopportazione. Qualcuno, Marco per esempio, ha preso sonno e se è andato a letto.
Beh, almeno possiamo dire che i nostri ragazzi e ragazze non sono tutti omologati sullo stesso standard.  La varietà dei gusti, dei quali ribadisco non est disputandum, diventa garanzia di fantasia e libertà. Alla faccia del detto latino: ” Ab uno disce omnis”.
Inoltre possiamo dire che dopo una serata in cui abbiamo pregato con la danza, una serata di ballo ci ha fatto capire la differenza, appunto, tra ballo e danza. E per quelli di noi che capiscono qualcosa, la danza è la sola pura forma d’arte.
La vita è altra cosa se la si danza.
La mattinata ci ha visti impegnati in un momento di spiritualità denominata deserto con esito molto buono.  Introdotto dal vangelo letto alla preghiera del mattino, la seconda parte della parabola dei talenti, dove si racconta come i servi li avevano investiti dopo averli ricevuti in consegna.
Il deserto ha visto i ragazzi riflettere personalmente e in silenzio su una traccia fornita dagli animatori  e costruita su una piccola ma intensa storiella che vedeva come protagonisti due semi. Preciso, due semi, non due scemi. A dir la verità uno dei due oltre ad essere seme era anche scemo.
Vi spiego il perché raccontandola come ci riesco. Due semi vengono piantati per terra. Uno non vedeva l’ora di affondare le radici e sbucare dalla terra verso il cielo facendo esplodere tutta la sua potenzialità. L’altro per paura di essere calpestato, di aver freddo, di dover soffrire la siccità, di essere brucato dalle capre… preferiva rimanere così com’era. Alla fine una gallina ruspante  di passaggio se lo mangio’!
Per far fruttare i talenti che sono stati depositati nel nostro cuore, nel giorno del battesimo, è fondamentale fa esplodere in tutta la sua potenzialità la nostra vita. La paura di vivere in pienezza la nostra vita ci fa diventare preda delle “galline”.
È stato così anche per il nostro amico Bilbo Beggins. La sua abilità di scassinatore e il tesoro messo in tasca ( anello)  sono stati i “talenti” che ha messo a disposizione degli amici nani per scendere nella loro città – montagna, localizzare Smaug ( quanto assomiglia a Smog questo nome di fantasia) e individuare il punto debole dove colpirlo.
Smaug è il simbolo di quelle strutture di male che, intossicandoci, ci convincono che noi non abbiamo né talenti né possibilità nella nostra vita e così ci rubano il tesoro più prezioso: la vita stessa.
Poi ci sono stati consegnati dei testi di canzoni che dovevamo commentare con delle immagini costruite da noi attraverso fotografie. Gli animatori hanno montato il tutto e poi durante la serata sono state lanciate con colonna sonora della canzone stessa. Ne è uscito qualcosa di veramente carino.
Visto che stiamo riflettendo sul Battesimo, il pomeriggio lo abbiamo dedicato a giochi con l’acqua. Qualcuno dirà che il legame tematico è un po’ troppo ideologico…. ma intanto noi ci siamo divertiti. Dino dice ch’è peccato… ma noi ci divertiamo.
La giornata e il sole lo permettevano, eccome. Non eravamo mai stanchi.
Mi taccio prima del gioco notturno di cui vi  chiacchiererò domani…. inshallah!

Hic manebimus optime.

Il di – spacciatore di campo.

01. Agosto 2013 · Commenti disabilitati su Campo Medio Secondo – Dispaccio 4 · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Medio Secondo
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Mercoled’ 31 luglio MMXIII
Dispaccio numero quattro.

Partiamo dalla serata di eri sera, interessante molto interessante.
In realtà non abbiamo fatto né giochi organizzati ne’ serate a tema.
Abbiamo passato la serata organizzandoci liberamente. Chi giocava in piattaforma, chi nel campo di calcio o di pallavolo, chi chiacchierava.
Alle 22.30 preghiera della sera. Proprio nella preghiera serale si celava l’interessante.
Abbiamo scoperto come si possa “celebrare” una giornata di campo pregando con espressioni che ci appartengono per età, gusto e cultura.
Dopo una piccola introduzione del don ci siamo fatti il segno della croce tanto per capire che stavamo pregando.
Quindi siamo passati alla condivisione dell’attività “dell’angelo custode” vissuta nella mattinata. In realtà difficile che ragazzi e ragazze di seconda media l’avessero presa sul serio. Ma almeno si sono resi conto di aver perso un’occasione per un approccio amico ad una persona con la quale, magari, non avevano mai parlato assieme. Di seguito sono state proiettate le foto che i gruppi hanno fatto alla natura durante l’uscita con sovra scritte alcune preghiere e riflessioni molto interessanti composte dai gruppi stessi. Quindi un testo del profeta Isaia e una canzone a quel testo ispirata sono stati letti come ulteriore riflessione. Al clou siamo arrivati con una danza, parte di un musical, interpretata da una animatrice,  e con la partecipazione tutti insieme ad un ban,  ambedue a tema religioso.  Non vi dico con quale attenzione i ragazzi e le ragazze hanno seguito in particolare la danza, mai stati così attenti ai momenti di preghiera….
Alla fine il don ci ha aiutato a capire come gli animatori avessero voluto farci intuire quanto sia possibile usare anche i nostri linguaggi per pregare.
In modo particolare la danza è un’ espressione di preghiera già da quando il re Davide danzò davanti all’arca dell’alleanza che entrava in Geusalemme, senza dire di quanti Salmi  poi lui ne sia poi il compositore. Ed erano esattamente delle canzoni che raccontavano la vita personale e spirituale a volte di singoli a volte di tutto il popolo.
Sempre ieri sera, una volta che i ragazzi e le ragazze avevano raggiunto le loro brande, la staff degli animatori e la staff cucina si sono riuniti per una verifica di metà campo. Non so dirvi  se sia andata bene o male, se il clima era più o meno buono, vi basti sapere che, a conclusione della veifica, siamo andati avanti almeno una mezz’ora a raccontarci barzellette.
Oggi l’avventura ci ha portato con Bilbo e i Nani ad affrontare e superare il pericolo dei ragni e degli elfi silvani, dove Bilbo grazie alle sue genialate è riuscito a far fruttare appieno i suoi talenti di “scassinatore” per salvare gli ormai suoi amici. I ragni che imprigionano le loro prede nelle ragnatele o gli elfi silvani che hanno imprigionato i nani sono la parabola di quanto è come noi tutti rischiamo di lasciarci ingabbiare da strutture economiche, sociali, culturali che poi ci rendono di fatto schiavi e quindi sfruttabili.
L’unico modo per preservarsi da queste negative possibilità che sempre incombono su di noi è quello di dar fondo a tutti  i nostri talenti. I talenti li possiamo trovare dentro di noi, la’ dono sono stati depositati fin dal nostro Battesimo.
La sveglia è stata dettata da una canzone di cui ho colto un refrain che diceva in continuazione “pasta e fagioli”. A me sembrava tanto un annuncio criptato di menù. Si realizzasse la “profezia” speriamo che poi, di notte, nelle camere o nelle tende non scoppi la guerra batteriologica.
Dopo le rituali corvée via ai giochi didattici.
A pranzo abbiamo avuto tre ospiti: Padre  Ademir e Padre Bento , accompagnati da Graziella. Padre Bento, che qui in Italia frequenta un corso di mosaico presso il Centro Aletti guidato da Padre Rupnik, si è sbilanciato a manifestare il desiderio di partecipare ad un campo l’anno prossimo. Il don lo ha immediatamente avvertito di essere già precettato. Prima che ripartissero per Spinea, ahimè, assieme all’animatore Davide che deve partecipare ad un campo di servizio a Roma presso la comunità di S. Egidio, i ragazzi hanno cantato e mimato in loro onore l’inno del Campo: ” Gandalfstyle” e un altro bellissimo ban dal titolo “Tu sei preziosa/o ai miei occhi”.  A seguire giochi tematizzati.
Il caldo è tornato a far sentire la sua presenza anche qui. In compenso le giornate sono bellissime.
A cena tutto è filato liscio e la guerra batteriologica scongiurata. Anche perché la serata è DiscoHobbit. Dopo la doccia le ragazze si erano già preparate alla serata in modo impeccabile, i maschi ….. lasciamo perdere.
De gustibus non est disputandum.
Di come sarà andata la serata disco vi relazionerò domani in quanto prevedo ore tarde.

Confermo che qui tutto va bene.

Il di  – spacciatore di campo.

31. Luglio 2013 · Commenti disabilitati su SAGRA 2013 · Categorie:Senza categoria

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31. Luglio 2013 · Commenti disabilitati su Campo medio secondo – dispaccio 3 · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Medio Secondo
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Martedi’ 30 luglio MMXIII
Dispaccio numero tre.

Ieri sera la pioggia ci ha annaffiati dalla cena al riposo, cioè almeno fino alle 23.30. Quindi serata di animazione all’interno. Al risveglio, dettato da una sirena a manovella dagli effetti speciali, sorpresa: il cielo era limpidissimo e il sole splendeva in tutta la sua lucentezza. Il Monte Tomatico era senza alcuna nuvola. E quando il Tomatico è senza il “cappello” siamo sicuri che il tempo sarà bello. Le vette feltrine a Nord visibili in tutta loro estensione sembravano fare da recinzione alla nostra Contea.
Meglio. Dopo la preghiera siamo partiti per l’uscita. Abbiamo seguito sentieri ben segnati e soprattutto con lo strato di calpestio assestato. Non era il caso di imboccare sentieri non praticati, rischiando fango e scivoloni con atterraggi non previsti. Non tutti erano dotati di airbag naturali destinati all’uopo, specie certe ragazze tutte dedite alla conservazione della linea.
Durante la colazione abbiamo solo contemplato l’opera delle nostre mani: il pane impastato ieri sera era ben cotto e profumato pronto per essere manducato…. a cena.
Prima di metterci davvero in cammino ci e’ stato illustrato la continuazione della nostra storia che vedeva l’attacco dei lupi mannari ed orchi contro hobbits e nani, l’intervento delle aquile che ghermendo i nostri eroi li trasportano sul loro nido salvandoli, l’arrivo a BoscoAtro regno di Boern. Boern è di natura scorbutico, infatti talvolta si trasforma in orso, ma attraverso la mediazione di Gandalf ospita tutti volentieri. Non solo, offre cibo in abbondanza a chiunque. I nani, ormai lo sappiamo, sono ottimi spazzolatori di piatti e teglie quanto a mangiare.
Inoltre durante il cammino siamo stati invitati a farci angeli custodi gli uni degli altri , ma in segreto. Sono stati creati degli abbinamenti rimasti segreti (o almeno lo si spera) dove ognuno personalmente, in segreto, aveva il compito di prendersi cura di un ragazzo o ragazza senza dichiararlo. Una successiva attività avrebbe verificato quanti avevano intuito il loro “angelo custode”. Sempre lungo il cammino avevamo il compito con il nostro gruppo di fotografare la natura per trasformare poi le foto in preghiera di lode al creatore. Sole splendente, aria tersa, al ritorno eravamo tutti ben biscottati.
Per fortuna ci attendeva una ristoratrice e dissetante anguria.
A mezzogiorno Boern è stato di parola e ci ha raggiunto con abbondanti panini e acqua. A tutti è sembrato assomigliasse al sindaco della Contea Ciano Tuc.
Ma, lo sappiamo, la fame fa brutti scherzi.
In uscita abbiamo scoperto che una ragazza non solo si era portata al campo il libro di Tolkien “Lo hobbit” ma addirittura se lo era portato dentro lo zaino in uscita. Roba da bacio in fronte. Che lo abbia potato anche qualche ragazzo?
Tipica domanda retorica per dire che ne siamo più che sicuri che la risposta è no.
Prima di cena è scattato anche il tradizionale scherzo della Campanella. Non tanto tradizionale ovviamente per chi lo subisce.
La campana che richiama alla cena viene rivolta verso l’insu’ e riempita d’acqua. Il malcapitato che la va a suonare subisce un autentico gavettone.
In realtà i suonatori erano due e il gavettone è caduto esattamente in mezzo, giusto per la par condicio.

Della serata vi racconterò con tranquillità domani.

Hic manebimus optime.

Il di – spacciatore di campo.

30. Luglio 2013 · Commenti disabilitati su Campo MEDIO SECONDO: dispaccio 2 · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Medio Secondo
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Lunedi’ 29 luglio MMXIII
Dispaccio numero due.

Eravamo rimasti a ieri sera.
Dopo cena grande gioco notturno per formare i gruppi, essenziali ad ogni esperienza di campo scuola onde meglio organizzarsi nelle attività e nei servizi.
Si trattava di superare delle prove singolarmente ottenendo un punteggio e quindi l’indicazione di appartenenza al gruppo.
Il gioco stesso si è protratto fino ad ora tarda. Il coprifuoco infatti era stato stabilito alle una di notte e giuro che è stato puntualmente rispettato.
Gandalf aveva il giorno prima, all’accoglienza, invitato gli hobbits spinetenses ad un the’ presso il buco hobbit di Bilbo alle cinque, ahimè, senza spiegare se di pomeriggio o di mattina. Era per la mattina…. .
Ebbene alle cinque, puntualmente, eravamo in casa Beggins a sorseggiare the’.
Vista l’ora poteva andar bene anche un caffè e due stuzzicadenti … si per tenere aperte le palpebre. Ma non eravamo solo noi. Alla spicciolata sono arrivati anche tredici nani. Ecco i loro nomi: Gloin, Balin, Bifur, Fili, Kili, Oin, Thorin Scudodiquercia, Dain, Bombur, Dwalin, Nori, Dori e Ori. Chi li impara a memoria prima della fine del campo vince un premio.
Sorseggiata l’ultima goccia di the’, divisi in gruppi e in compagnia dei nani ci siamo cimentati in esercizi per entrare in sintonia tra di noi.
Il perché lo abbiamo intuito subito dopo quando raggiunti da Gandalf siamo stati esplicitamente invitati ad “entrare” nella storia e unirci alla compagnia dei nani e di Bilbo. Certe avventure si possono intraprendere solo se regna la massima fiducia. Gandalf è uno stregone buono, forse amico di mago Merlino, che si prende cura delle vicende di hobbits, nani, elfi, uomini difendendoli da orchi, trolls, lupi mannari, draghi, ragni, elfi silvani e quant’altro. Già ieri sera ci sarebbe stato bisogno di lui nelle camere delle ragazze spaventate da ragni, grilli e cavallette che vi si erano introdotti, anche se ne incontreremo di ben peggiori.
Ad ogni gruppo ha proposto di leggere e sottoscrivere un contratto perché quando si entra in questa avventura… le cose le si fan serie.
Alle 7.30 sveglia, si sveglia…, qualcuno per due ore e mezza di fatto ha dormito in piedi. E via con tutta la quotidianità ordinaria da smaltire in corvée varie.
Dopo la preghiera del mattino via alle attività. La prima in sintonia con quella dell’alba. Si trattava di prendere coscienza delle nostre paure per superarle. Due esercizi ci hanno svelato le paure: il primo voleva che ci abbandonassimo alla presa di un amico, scelto da noi, cadendo alla cieca all’indietro, il secondo di lasciarci cadere all’indietro all’interno di un cerchio alla presa di chiunque, e qui e’ stata dura. Il coraggio consiste anche e soprattutto nel saper prendere coscienza delle nostre paure. Scritte su dei foglietti le abbiamo poi bruciate.
“Per rinascere bisogna avere il coraggio di far entrare la luce nell’anima.”,
ha detto uno o una di cui non mi ricordo più il nome.
Immediatamente dopo ci siamo lanciati in un gioco che avrebbe risaltato il coraggio senza far dimenticare la coscienza dei nostri limiti.
Dopo pranzo la pioggia ci ha fatto visita per due orette. E meno male: l’aria si è rinfrescata e abbiamo potuto sonnecchiare in branda.
L’attività del pomeriggio ci ha offerto la possibilità di lavorare su alcune parabole del vangelo molto significative per farci intuire con quali valori dobbiamo amalgamare la nostra vita personale e quella di comunità. Per rendere tutto più concreto e tattile ogni gruppo ha impastato il pane, depositato alla lievitazione. Una volta cotto sarà sulla nostra tavola.
Il don ha concluso il lavoro della giornata con delle riflessioni che hanno sistematizzato tutto ciò che si siamo riusciti a intuire.
Durante il pomeriggio di pioggia il don, probabilmente stanco,era andato a mettersi orizzontale nella sua camera che fa angolo al lato sud est del rifugio.
A ridosso del muro e al riparo di un poggiolo si sono radunati alcuni ragazzi che, ignari del suono sonno leggero, si sono abbandonati in esternazioni in piena libertà. Ha avuto così la possibilità di prendere atto di uno spaccato dei discorsi in libertà dei ragazzi e delle ragazze di seconda media. Lo spettro andava da considerazioni sugli animatori e sugli amici di campo, ad affermazioni sul loro vissuto, il tutto condito e intercalato da neologismi ( si fa per dire) anatomici e qualche … strisso ben assestato. Non comunque discorsi di alto livello. Al momento della sintesi quotidiana il don ha comunicato il fatto a tutti, con molta non challance e dimostrandosi superiore alla cosa. Resta il sospetto però che lo abbia detto anche per garantirsi il riposino pomeridiano. Raramente vedremo i ragazzi sostare ancora da quelle parti, di pomeriggio.
Il racconto della storia e’ ripreso dopo cena con l’incontro di Bilbo con Gollum dopo le vicende riguardanti la malaugurata scelta di passare la notte in una grotta dove in realtà c’era il covo degli orchi e ha introdotto il gioco notturno ambientato nella lotta di nani e hobbit contro i lupi mannari prima di raggiungere lo scontroso ma ospitale Boern.
Vi racconterei anche la storia per esteso ma non farei altro che fare copia e incolla dai dispacci dei campi precedenti quindi vi invio ai dispacci del campo della settimana scorsa.
Abbiate pietà. “Repetita iuvant sed secant”, specie per quei pochi che mi hanno sempre letto.

Il di – spacciatore di campo.

29. Luglio 2013 · Commenti disabilitati su Campo MEDIO SECONDO: dispaccio 1 · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Medio Secondo
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Domenica 28 luglio MMXIII
Dispaccio numero uno.

“Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita. ”
Il sommo poeta così inizia la sua Divina Commedia.
“L’Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo, perché togliendoli di mano gl’anni suoi prigionieri, anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia.”
Così scrive il Manzoni nella sua intro ai Promessi Sposi.
“In una caverna sotto terra viveva uno Hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, pieni di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima. ”
Questo è l’esordio del grande Tolkien nel suo Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato.
Ebbene io, tapino, vi dovrò raccontare dell’intreccio tra quest’ultima storia con l’avventura del nostro campo. La storia ci offre un’immenso e stratosferico sipario mentre noi attori della nostra avventura vi ci inseriamo per trovare ispirazione per il suo divenire.
Pertanto lo scarabocchiare del mio scrivere arranca così:
“L’accoglienza, coreografica, all’arrivo dei ragazzi e delle ragazze qui al campo prendeva corpo nella mattinata con il posizionamento di una tipica porta di abitazione ( detto anche buco) hobbit e uno striscione di benvenuto.
Ad accoglierli erano gli hobbits educatori provenienti dalla pianeggiante Spinea che li avevano preceduti di un giorno e il Sindaco Ciano Tuc della Contea che sovrasta il fiume Plavis dalle chiare e fresche acque. Si prosegue con la visita in Contea di Gandalf che li invita a seguire le vicende dell’amico Bilbo Beggins, come fossero anche loro dei Bilbo. Ed eccoci immersi nell’avventura.
Cosa avranno di così particolare questi hobbits spinetensi per interessare il grande e saggio Gandalf?
Lo abbiamo indagato interrogando i di loro genitori che qui li hanno accompagnati.
Attraverso confronti, discussioni, pranzi succulenti, giochi e disfide ecco il quadro che ne è emerso:
” Le caratteristiche degli hobbits spinetensi, dove la pianura lambisce il mare, non differenzia tantissimo dagli hobbits della Contea Tuc. Sono però un po’ più alti di statura, longilinei e con piedi abbastanza normali. Solo qualcuno è un po’ più in forma degli altri, ma non se ne preoccupa. Essi ritengono che ci sia a disposizione tutta l’eternita’ per essere pelle ed ossa. Amano mangiare, giocare, gridare, fare chiasso, rincorrere palle gonfiate prendendole a calci e schiaffi, a volte sembrano non sentire quando gli si parla ma ad un miglio di distanza odono la campana che avvisa del pranzo e della cena. Adorano la compagnia e ogni momento diventa un’occasione per far festa e divertirsi. Sono entusiasti di fronte ad ogni proposta mentre, stranamente, intristiscono quando gli si propone di studiare, scrivere, riflettere, pregare. Adorano i loro genitori, nutrono nei loro confronti un immenso affetto, pendono dalle loro labbra eppure non vedono l’ora che se ne tornino a Spinea quanto prima… . In verità esigono, talvolta, di essere lasciati liberi. ”
Beh, possiamo dire che si parte da una buona base. Vediamo come andrà a finire.
Nel pomeriggio gli hobbits spinetensi si sono accomiatati dai loro genitori dopo la Santa Messa celebrata dal don. Il don all’omelia ( l’omelia è quel discorso che il sacerdote fa dopo aver letto il vangelo con effetti soporiferi) ha comunicato agli hobbits che l’anno prossimo sarà lui stesso ad accompagnarli, assieme alle catechiste, alla Cresima. Sempre che non si verifichi l’opportunità di agire già qui al campo. È quindi si è dichiarato felice di essere qui, così almeno li conosce un po’ di più.
Dopo la merenda hanno preso possesso delle loro brande o in rifugio e nelle tende. Ne abbiamo contati 68, un esercito. Subito dopo sono stati invitati a far la doccia onde evitare il diffondersi di profumi di intensa umanità sia in tenda che nelle camere. In verità, oggi, la calura si faceva ben sentire anche qui.
Mentre vi relazione si sta appropinquando l’ora di cena e pertanto sono costretto a lasciarsi.
Della serata vi racconterò domani, a Dio piacendo.

Tutto va bene anche se qualche lacrimuccia, si parla di qualche ragazza, ha irigato le loro guance. La mamma è sempre la mamma. Non se ne abbiano i papà.

Cosciente che resta sempre vero il detto: “Primum vivere deinde philosophari.” , dormite sonni tranquilli, vi vogliono bene.

Il di – spacciatore di campo.

28. Luglio 2013 · Commenti disabilitati su Campo medio primo – dispaccio 6 · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Primo Medio
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Venerdi’ 26 luglio 2013
Dispaccio numero sei ed ultimo.

“Come al solito sei più in gamba di quanto si possa immaginare.”
Il motto di oggi sono le parole di Gandalf nei confronti di Bilbo che con una genialata delle sue scongiura una guerra tra nani, elfi e uomini.
Ma prima di raccontarvi vi relaziono velocemente della serata di ieri sera.
O meglio della vendetta pianificata dalla staff di cucina nei confronti degli animatori che avevano salato il caffè. E siccome la “vendetta” e’ un piatto che si serve freddo, non solo era freddo ma anche bagnato.
Al briefing finale della giornata gli animatori discutevano senza nemmeno immaginare cosa loro aspettava. Macchinavano diabolicamente invece, di nascosto, gli staffisti. Con un gioco di appostamento e armati di secchi d’acqua alcuni vuoti per creare il panico e altri ben pieni per colpire hanno indotto gli animatori ad imbottigliarsi verso una porta dove li aspettavano secchiate a volontà. È tutto questo mentre i ragazzi erano immersi nei loro sogni. Per fortuna….
Rieccoci alla storia.
Vi ricordate che Bilbo si era nascosto in tasca l’archengemma?
Ebbene lo propone a Bard come oggetto di scambio con Thorin ( Thorin ci teneva moltissimo all’archengemma) e quindi ottenere un riconoscimento per i danni subiti.
Non vi dico la furia di Thorin quando si trova di fronte al già fatto di Bilbo e se la prende di brutto anche con Gandalf. Gandalf aveva elogiato Bilbo per la sua scelta. Grandi discussioni, tensione che cresce, ma “fortunatamente” arrivano orchi e lupi mannari, quindi nani, elfi e uomini devono solidarizzare per difendersi.
Thorin muore in battaglia, definita poi dei cinque eserciti,e viene sepolto con l’archengemma, al popolo di Bard viene assegnata una quattordicesima parte del tesoro, praticamente la parte spettante a Bilbo da contratto.
Nella battaglia a dar man forte è arrivato anche Beorn, che da solo e nella forma di orso gigantesco, aveva sistemato per le feste gli orchi.
Finalmente Bilbo può tornare a casa con una cassa d’oro e una d’argento, caricate sulla groppa di un pony. Lungo la strada fa sosta preso la casa dell’amico Beorn.
L’attività ci ha portati a vivere insieme delle prove dove è chiaramente emerso che l’unità fa la forza. Per essere uniti è sempre necessario dimenticare i torti del passato, condividere, solidarizzare, vivere con serenità.
Poi avviandoci ormai verso la fine del Campo, prima ci siamo proprio riconciliati con il sacramento della confessione e la Santa messa conclusiva.
Nella Santa messa finale del campo, dopo aver celebrato la riconciliazione, ci siamo scambiati un abbraccio. Beh, se la messa sarà durata 40 minuti, 15 sono serviti per gli abbracci. Sono, senza alcun dubbio, sicuro che Williams ha apprezzato questo momento in modo del tutto particolare.
E anche piu’ di qualche ragazzo che ha così potuto abbracciare le animatrici o le compagne per le quali ha percepito degli strani imput “empatici e simpatici” in questi giorni e che però non sapeva come esternare. E, ovviamente, le ragazze viceserva…, oh pardon, viceversa. Insomma, così è se vi pare…. . Amor tussisque non caelatur!
La serata finale nello stesso tempo ci rallegrerà ma ci farà anche sentire un groppo alla gola. È sempre difficile lasciare gli amici dopo un’esperienza così forte ed emozionante.
Ringraziamo la staff di cucina sempre pronta e servizievole, scattante ad ogni richiesta anche infermieristica e attinente ai vigili del fuoco.
Ringraziamo gli animatori che con entusiasmo e dedizione ci hanno regalato una settimana del loro tempo, pur stanchi degli esami di maturità…. Si fa per dire.
Ringraziamo il Signore che ci ha donato il tempo meteorologico giusto per tutte le attività che dovevamo fare. Cosa abbia a che fare con il tempo meteorologico il Signore non lo sappiamo, ma lo ringraziamo lo stesso. Ah beh si, lo ringraziamo anche per aver pensato all’abbraccio di riconciliazione quando si è inventata la parabola del padre misericordioso.
Domani al Santuario dei Santi Vittore e Corona riceveremo la maglietta di Campo, l’anello per affrontare i momenti decisivi della nostra vita e, alla maniera dei cavalieri medievali, ci verrà imposta la lama di una spada sulle spalle. Poi scenderemo la valle che ci porterà alla Contea di Spinea.
Attenti però a voi che ci leggete: ” Non saremo più quelli di prima”.
Magari peggio, ma “non saremo più quelli di prima”

Finalmente ho finito di tediarvi e con queste mie ultime parole, al mio scrivere dico stop.

Il di – spacciatore di campo.

25. Luglio 2013 · Commenti disabilitati su campo medio primo – dispaccio 5 · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo Medio Primo
Terra al di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Giovedi’ 25 luglio 2013
Dispaccio numero cinque.

Il temporale di ieri pomeriggio ci ha regalato, dopo la notte, un cielo terso e sereno. Davvero fantastico. Personalmente mi ha ricordato una poesia di Rodari che vi incollo:
DOPO la PIOGGIA
di Gianni Rodari
Dopo la pioggia viene il sereno,
brilla in cielo l’arcobaleno:
è come un ponte imbandierato
e il sole vi passa, festeggiato.
E’ bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede – questo è il male –
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa si che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.

“Che altro dovrebbe fare uno scassinatore secondo voi?”
Vengo subito alla storia
Prima pero’ vi racconto due episodi : la serata dance di ieri sera, davvero una notte fantastica, e il risveglio con caccia alle scarpe.
La serata dance. Molto gradita dai ragazzi e soprattutto rivelatrice di quanto sono emancipati in questo settore della loro vita sociale. La serata si è protratta fin oltre la mezzanotte come si conviene in questi casi. La musica gestita e sparata dal DJ non è comunque stata sufficiente ad allontanare dal Campo le lumache e le volpi. Mo’ ve spiego.
Probabilmente ( siamo già nel racconto del secondo episodio) la pioggia ha risvegliato le lumache che hanno puntato direttamente dentro alle scarpe degli animatori i quali al loro risveglio, scoperta la strana transumanza, hanno ritenuto opportuno provvedere…. . Le scarpe attigue alle tende sono state sparse per tutto il campo e quelle depositate nell’atrio del rifugio sono diventate una palla appesa agli alberi. Si sostiene sia stata opera delle volpi…. che di notte, davvero, girano furtive attraverso il Campo.
Ora la storia. Puntualmente drammatizzata dagli animatori.
Bilbo da buon scassinatore entra nella montagna solitaria, antica citta’ dei nani, e ruba una coppa d’oro dal tesoro sul quale veglia guardingo Smaug, il drago invasore.  Ma tanto Bilbo, grazie all’anello, era invisibile.
La coppa gli serve per convincere gli altri di essere arrivato fino al tesoro.
Poi ritorna dentro per scoprire se il drago ha un punto debole dove eventualmente colpirlo. Grazie all’anello si rende invisibile  di nuovo ma Smaug lo annusa, ne sente l’odore.  ( Noi qui al campo sappiamo bene che anche fossimo invisibili non sfuggiremo mai all’odorato. Venite a passare con noi una notte in tenda e il concetto vi si fissera’ nella mente….). Bilbo e Smaug si scambiano delle opinioni. Non lusinghiere quelle di Smaug nei confronti dei nani. Ciò che comunque è importante risulta nel fatto che Bilbo si accorge del punto debole del Drago, la parte sinistra del petto,  così come aveva un punto debole anche Achille (il tallone) e come hanno un punto debole tutte le cose potenti.
Uscito di nuovo Bilbo si rende conto di aver detto troppo e che forse Smaug ha intuito la tresca tra lui, i nani e gli abitanti di Pontelagolungo.
Thorin esprime il suo desiderio di prelevare anche l’archengemma, una pietra preziosa dalle mille sfaccettature. Intanto Smaug cerca di uscire dal suo covo attraverso il tunnel percorso da Bilbo ma la porta viene chiusa in tempo. Allora si leva in volo verso Fiume Fluente. Bilbo assieme agli altri entrano nel covo lasciato incustodito da Smaug e il nostro eroe di nascosto si mette in tasca l’archengemma.  Per lui è un vizio mettere in tasca le cose, prima l’anello adesso
l’archengemma.
Ma dove è andato Smaug? Sta investendo come una furia Pontelagolungo. La difesa è strenua da parte di Bard e dei suoi ma inutile, finché Bard vedendo il punto debole di Smaug scoperto da Bilbo lo colpisce, da buon arciere, con un dardo e lo uccide.
Ma monta la rabbia contro i nani a causa della distruzione portata da Smaug. Bard e gli elfi marciano contro i nani per farsi risarcire dei danni subiti.
Bilbo e i nani vengono avvisati da un tordo imperiale  della morte di Smaug ma anche della situazione e Thorin cerca aiuto dai nani delle terre settentrionali… A Bilbo la situazione che va creandosi non piace affatto.
Rimette in moto i suoi talenti per l’ultimo sforzo.
Riuscirà il nostro eroe a realizzare ciò che diceva la poesia di Rodari proprio nell’ultima strofa: ” Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra. “?

Che dobbiamo fare noi dei talenti che ci sono stati riconosciuti?
Il vangelo letto alla preghiera del mattino parlava chiaro. Bisogna trafficarli, cioè metterli a a servizio di tutti.
Sono state  in questo senso le attività, gli esercizi e i giochi che ci hanno accompagnato durante la giornata.
Alla fine abbiamo scoperto che mettere a servizio degli altri i nostri talenti porta ad una gioia immensa. E cosa si può volere di più…..?
D’altra parte è proprio vero quello che ci dice la storiella sulla quale abbiamo riflettuto durante una pausa. Racconta di due semi piantati nel terreno assieme. Uno non desiderava altro che esprimere tutte le sue potenzialità e diventare una pianta, ad ogni costo. L’altro non si fidava né di mettere radici né di spuntare dal terreno per paura di essere calpestato. Alla fine passo’ una gallina ruspante e se lo mangio’.  Sen non ci decidiamo di vivere, pur correndo dei rischi, la vita ci sfugge comunque. Sarebbe come stringere sempre più forte nella mano un pugno di sabbia, più stringi e più ti sfugge tra le dita.
Con i talenti abbiamo raffigurato anche un albero classificando le sue radici, il tronco, i rami, le foglie, i frutti con il nome dei talenti. Faccio un esempio: la bontà  è una radice profonda attraverso la quale si raggiunge l’acqua della vita,  la si fa salire attraverso il fusto del servizio per distribuirla ai rami delle azioni buone che portano frutti come l’amicizia, la solidarietà, ecc.
Dopo un breve deserto dove il don ci ha raccomandato di sistemare con ordine nella nostra memoria tutto ciò che di bello abbiamo scoperto per potervi attingere quando il nostro cuore si mette in moto per amore, abbiamo concluso che tutto questo assomigliava all’immagine che Gesù usa per parlare della sua amicizia con noi: “Io sono la vite e voi siete i tralci, chi rimane in me porterà molto frutto”.

Ovviamente l’evento “scarpe” del mattino ha dato avvio a tutta una serie di scherzi collaterali. I gestori preparano ogni giorno il caffè per gli animatori ma oggi nessuno di loro aveva voglia di berlo. Il perché lo hanno scoperto i gestori  stessi ,a loro spese, quando non sapevano se era troppo salato il dolce… o il caffè.
Scherzetto. Anche i ragazzi hanno tentato di dilettarsi in scherzi… Ma gli scherzi bisogna anche saperli fare perché rispondono a regole ben precise, del tipo:
– uno scherzo è bello solo se dura poco,
– gli scherzi bisogna farli alle persone che sono intelligenti e sanno accettarli,
– chi la fa l’aspetti…. ( e chi non la fa si purghi),
– scherzo di mano scherzo da villano,
– qui gladio ferit, gladio perit,
– la “vendetta” va servita a tempo opportuno, ecc. ecc.
Ottima la partita di rito tra animatori e ragazzi, con la vittoria degli animatori grazie al contributo delle animatrici con Anna che ha segnato una doppietta.
Per oggi basta così, ritengo di avervi stancato a sufficienza.

Buona notte.

Il di – spacciatore di Contea.

25. Luglio 2013 · Commenti disabilitati su Campo medio primo – dispaccio 4 · Categorie:Senza categoria

Contea degli Hobbits
Collina Tuc.
Campo MedioPrimo
Terra al di qua e di la’ del fiume Plavis.
Provincia de Belun.
Mercoledi’ 24 luglio MMXIII
Dispaccio numero quattro.

“In realtà Bilbo era abile in molte cose”.
Tutti siamo abili in molte cose, bisogna pero’ metterci alla prova per scoprirlo.
Ieri sera, per esempio, abbiamo vissuto una serata alla ” Ciao Darwin” e molti si sono rivelati ottimi cantanti. Altri invece sono riusciti a scimmiottare perfettamente tutte le modalità con le quali i partecipanti al programma danno il meglio di se’….
Ora vi racconto il seguito della storia messa in scena dagli animatori.
I ragazzi aspettano con ansia le puntate della storia e sembrano particolarmente entusiasti degli improvvisati attori, riveriti quasi fossero delle stars cinematografiche. Le prae – adolescens, prossime teenagers, in questo poi sono specialmente sensibili….
Bilbo e i nani lasciano Boscoatro e devono passare un torrente incantato nel quale guai cadere dentro perche’ si prende sonno. Manco a dirlo Bombur ci cade dentro e diventa un peso per tutti ( anche perche’ pesava di suo). Ora e’ il turno dei grossi ragni che imprigionano i nani nelle loro ragnatele e Bilbo, resosi invisibile grazie all’anello, riesce con le sue tecniche a liberarli da una fine orribile. Questa volta attraverso un lancio di sassi che sembrava guidato dal laser.
Ma una volta liberati i nani si accorgono che manca Thorin perché rapito dagli elfi silvani. Elfi silvani che poi catturano anche i nani. Ed ecco che Bilbo ne escogita un’altra delle sue. Grazie alla sua invisibilità riesce a rubare le chiavi delle celle ( scassinatore era….) dove erano prigionieri i nani, li mette dentro a dei barili vuoti e li rotola in un fiume che li porterà al sicuro dove poi verranno recuperati. Bilbo segue la comitiva dei barili seduto sopra uno di essi. Per forza… era invisibile.
Ma a quale intuizione e a quali attività ci ha portato l’ispirarci alla storia?
Siamo andati alla ricerca delle qualità che la società in genere riscontra in noi ragazzi o gli interessa che noi abbiamo. A scuola ne vogliono alcune, quando facciamo sport ne esigono altre, in parrocchia altre ancora, i genitori cambiano idea ogni giorno, la pubblicità decide lei cosa dobbiamo essere.
Ma perché non ci chiedono cosa ne pensiamo noi di noi stessi?
A volte ci sembra di dover combattere contro dei ragni che ci imprigionano nelle loro ragnatele e alla fine poi ci “pappano”. Oppure di cadere in ruscelli dove, una volta dentro, assumiamo un atteggiamento di vita soporifero.
Qui ad osservare la natura si imparano tante cose e i ragni non mancano, basta lasciare le tende aperte verso sera e te li trovi ogni dove.
Dopo aver analizzato cosa dicono in giro di noi, abbiamo deciso di dirci gli uni altri cosa pensiamo di noi stessi,almeno così abbiamo un riscontro più disinteressato.
Gli altri vedono in noi delle cose che noi da soli nemmeno rimanendo per un giorno davanti allo specchio riusciamo solo a scorgere. Ma non è stata una cosa facile. A volte qualcuno non riesce a vedere niente negli altri e quindi spara quello che gli viene in mente, altri invece hanno paura che si riconosca loro una cosa positiva. Poi se ti accorgi di avere talenti e non li sfrutti ti possono venire i rimorsi…
Nota redazionale.
Ai lettori affezionati non sarà sfuggito che ogni tanto faccio copia/incolla con i dispacci dei campi precedenti. Abbiate pietà per un povero di-spacciatore che sta relazionando il terzo campo e ne ha altri due in programma. Ormai sto esaurendo tutto e non solo le idee…
Per fortuna i nostri prae – adolescens di prima media alla fin fine sono simpatici e non ti lasciano certamente il tempo di annoiarti.
Nel pomeriggio il cielo si è fatto plumbeo e brontolone. Un temporale si annunciava rumoreggiando… e tanti tuono’ che piovve. Pioggia risultata provvidenziale per coloro che hanno partecipato alla Santa Messa: dalla piattaforma non arrivavano i soliti rumori.
In una delle pause tra una attività e l’altra ci siamo cimentati a disfide a braccia di ferro con il risultato di scoprire di quanti spinaci abbiamo ancora bisogno di mangiare. Sono trovate del don che ogni tanto se ne esce con una delle sue: a volte con un coltellaccio e incide il legno oppure fa il tiro a segno con la carabina sparando sui bussolotti… A braccio di ferro e’ ancora imbattuto, spara, gira con un coltellaccio… Che siano messaggi subliminali?
Noi per l’intanto cerchiamo di stare il più buonini possibile…

Hic manebimus optime!
Speriamo anche voi.

Il di – spacciatore della Contea.

Inviato da iPadi

Parrocchia di S.M. Bertilla – Spinea